Solennità delle Sante Reliquie ... Scopriamo insieme l'importanza di questa ricorrenza del 5 Novembre
Dottrina della Chiesa sulle reliquie.
La morte prepara la messe per il cielo
Se avessimo gli occhi degli Angeli noi
vedremmo il mondo come un campo immenso, seminato per la risurrezione. La morte
di Abele aprì il primo solco e da allora la seminagione continuò senza soste in
tutti i luoghi. Quali tesori chiude già in sé questa terra di fatica e di
infermità! Quale messe promette per il cielo, appena il Sole di giustizia farà
sorgere dalla zolla le spighe della salute, mature per la gloria! Non dobbiamo
quindi stupire se la Chiesa benedice e dirige essa stessa la deposizione del
prezioso frumento nel solco.
Glorificazione di Santi.
La Chiesa però non si contenta di
seminare continuamente e qualche volta, impaziente per l'attesa, toglie dalla
terra il grano più scelto che vi aveva deposto e con il suo infallibile
discernimento, che la preserva da errore, libera dal fango il germe immortale,
gli preannunzia le meraviglie dell'avvenire, e raccogliendolo nell'oro e nelle
stoffe preziose, portandolo in trionfo, convocando le folle ad onorarlo,
dedicando al suo nome nuovi templi, gli decreta l'onore supremo di riposare
sugli altari sui quali si offre a Dio il santo Sacrificio.
"Voglia comprenderlo la vostra
carità, dice sant'Agostino (Discorso CCCXVIII su santo Stefano, V): noi non
alziamo qui un altare a Stefano, ma facciamo delle reliquie di Stefano un
altare a Dio. Dio ama questi altari e, se mi chiedete perché, vi dirò che il
perché è che la morte dei santi è preziosa davanti a Dio" (Sal 115,15).
"Per obbedire a Dio, l'anima invisibile ha lasciato la sua casa visibile,
ma Dio custodisce questa casa e trova la sua gloria negli onori che noi
rendiamo a questa carne inanimata e da ad essa la potenza di fare miracoli, la
riveste della potenza della sua divinità" (Discorso CCLXXV su san
Vincenzo, martire, II). Di qui vengono i pellegrinaggi alle tombe dei santi.
"Popolo cristiano, dice san
Gregorio di Nissa, chi ti riunisce qui? Un sepolcro non attira nessuno e la
vista di quanto contiene desta ripugnanza. Ma ecco che si stima come una
benedizione poter avvicinarsi qui; la polvere stessa raccolta ai bordi di
questa tomba è oggetto di ricerca, è stimata come un dono di grande valore,
perché desiderabile, ma raro è il favore di poter arrivare alle ceneri che
contiene; e i privilegiati lo sanno. Questo corpo lo abbracciano, vi accostano
le labbra e gli occhi, come se fosse vivo, versando lacrime di devozione e di
amore. Quale imperatore fu mai onorato così?" (Su san Teodoro Martire).
"Gli imperatori! riprende san
Giovanni Grisostomo; ciò che furono un giorno i portieri dei loro palazzi, oggi
lo sono essi stessi per i pescatori: il figlio del grande Costantino credette
non poterlo meglio onorare che preparandogli una tomba nel vestibolo del
pescatore di Galilea" (Comm. della Seconda ai Cor. Om. XXVI).
E in altro passo, completando la
spiegazione dell'ammirabile lettera ai Romani del Dottore delle genti, esclama:
"Chi ora mi concederà di prostrarmi sul sepolcro di Paolo, di contemplare
la polvere di questo corpo che completava, soffrendo per noi, quello che
mancava alle sofferenze del Cristo? (Col 1,24) la polvere di questa bocca che
parlava, senza arrossire, davanti ai re e, mostrandoci chi era Paolo, ci
rivelava il Signore di Paolo? La polvere di questo cuore, cuore del mondo, più
alto dei cieli, più vasto dell'universo, cuore di Cristo non meno che di Paolo,
in cui si leggeva scolpito dallo Spirito Santo il libro della grazia? Vorrei
vedere la polvere delle mani, che scrissero le epistole; degli occhi che, prima
ciechi, ricuperarono la vista per la nostra salvezza; dei piedi che percorsero
la terra. Sì, vorrei contemplare la tomba in cui riposano questi strumenti
della giustizia, della luce, queste membra di Cristo, questo tempio dello
Spirito Santo, questo corpo venerato che, con quello di Pietro, protegge Roma
in modo più sicuro che tutti i bastioni" (Omelia XXXII).
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