SANTA TERESA D'AVILA E IL CASO DEL CAVALIERE PENTITO
«Quattro o cinque mesi prima che si
fondasse questo monastero di San Giuseppe di Malagón, un giovane e illustre
cavaliere con cui mi trovai a parlare, mi disse che, se avessi voluto fondare
un monastero in Valladolid, egli mi avrebbe dato molto volentieri una sua casa,
che disponeva di un orto assai fertile ed esteso con annessa una gran vigna.
Voleva cederne subito la proprietà, che era di molto valore. Io accettai, anche
se non ero ben decisa a fondare il monastero in quel luogo, perché distava un
quarto di lega dalla città. Mi sembrò peraltro che, una volta presone possesso,
ci saremmo potute trasferire in città; inoltre, poiché la sua offerta era fatta
assai di buon animo, non volli opporre un rifiuto a un’opera così meritoria, né
essere di ostacolo alla sua devozione.
Di lì a due mesi, più o meno, fu colpito
da un male di tale rapido decorso da togliergli l’uso della parola prima che
potesse fare una buona confessione, anche se manifestò con molti segni di
chiedere perdono al Signore. Morì in brevissimo tempo, molto lontano dal luogo
dove io allora mi trovavo. Il Signore mi disse che la sua salvezza era stata
molto in pericolo e che aveva avuto misericordia di lui per il servizio reso a
sua Madre con il dono di quella casa destinata a un monastero del suo Ordine.
Aggiunse che non sarebbe uscito dal purgatorio finché lì non si fosse celebrata
la prima Messa; solo allora se ne sarebbe liberato. Io avevo talmente presenti
le grandi sofferenze di quest’anima che, sebbene desiderassi fondare un
monastero a Toledo, per il momento vi rinunciai e mi adoperai, quanto più in
fretta potei, a realizzare, in qualunque modo, la fondazione di Valladolid […] Mentre
ero in Adorazione, il Signore mi disse di far presto perché quell’anima
soffriva molto … Ma le pratiche non si potevano sbrigare così presto … Tuttavia
per quel giorno ci fu concesso di celebrare la messa e ce la dissero nel luogo
che avevamo stabilito per cappella … Venendo il sacerdote con l’Ostia Santa
dove noi eravamo per la Comunione, vidi vicino a lui, mentre stavo per
comunicarmi il cavaliere che ho detto con viso splendente e allegro. Mi
ringraziò di quanto avevo fatto per affrettargli l’uscita dal purgatorio; indi
la sua anima salì al cielo … Come gradisce nostro Signore che si rendano
servizi alla Madre sua! Come è infinita la sua misericordia!»
Fonte: Libro delle Fondazioni cap. 10
(1-2).
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