PREGHIERA DI PENTIMENTO DEI PROPRI PECCATI (meditando i dolori mentali di Gesù)
Preghiera efficacissima tratta dall’ 8° capitolo del
libro “I DOLORI MENTALI DI GESU' NELLA SUA PASSIONE” di Santa Camilla Battista da Varano.
La preghiera è di una straordinarietà unica, è stata
leggermente modificata in modo da essere accessibile a tutti i fedeli sia laici
che consacrati.
† Signore mio benigno,
come potrò ringraziarti per ciò che hai sofferto per me che ti ho trattato
mille volte peggio di Giuda?
Tu avevi reso lui tuo
discepolo, mentre hai eletto me tuo/a figlio/a e sposo/a.
A lui hai perdonato i
peccati, a me pure per tua pietà e grazia hai perdonato tutti i peccati come se
non li avessi mai fatti.
A lui desti l’incarico
di dispensare le cose materiali, a me ingrata hai dispensato tanti doni e
grazie del tuo tesoro spirituale.
A lui hai concesso la
grazia di fare miracoli, a me hai fatto molteplici miracoli.
O Gesù mio, io ti
venduto e tradito non una volta come lui, ma mille e infinite volte.
O Dio mio, sai bene che
peggio di Giuda io ti ho tradito col bacio quando, anche sotto parvenza di
amicizia spirituale, ti ho abbandonato e mi sono accostata ai lacci della
morte.
E se tanto ti ha
turbato l’ingratitudine di quel popolo eletto, cosa sarà stata ed è per te la
mia ingratitudine? Io ti ho trattato peggio di loro, benché abbia ricevuto da
te, mio vero bene, molti più benefici di loro.
O Signore mio
dolcissimo, io con tutto il cuore ti ringrazio che, come gli ebrei dalla
schiavitù egiziana, mi hai strappato dalla schiavitù del mondo, dai peccati,
dalle mani del crudele Faraone qual è il demonio infernale che dominava a suo
piacimento l’anima mia poverella.
O mio Dio, condotta a
piedi asciutti attraverso l’acqua del mare delle vanità mondane, per tua grazia
sono passata alla solitudine del deserto spirituale dove molte volte mi hai
nutrito con la tua dolcissima manna, ricolma di ogni sapore. Ho infatti
sperimentato che tutti i piaceri del mondo sono nauseabondi di fronte alla pur
minima tua consolazione spirituale.
Ti ringrazio, Signore e
Padre mio benigno, che molte volte sul monte Sinai della santa orazione mi hai
dato con la tua dolcissima santa Parola la legge scritta con il dito della tua
pietà sulle tavole di pietra del mio durissimo cuore ribelle.
Ti ringrazio, Redentore
mio benignissimo, per tutte le vittorie che mi hai dato su tutti i miei nemici,
i vizi capitali: tutte le volte che ho vinto, da te solo e per te è venuta la
mia vittoria, mentre tutte le volte che ho perso e perdo è stato ed è per la
mia malizia e il poco amore che porto a te, mio desiderato Dio.
Tu, Signore, per grazia
sei nato nell’anima mia e mi hai mostrato la via e donato la luce e il lume
della verità per giungere a Te, vero paradiso.
Nelle tenebre e
oscurità del mondo tu mi hai fatta capace di vedere, udire, parlare, camminare,
perché veramente io ero cieca, sorda e muta a tutte le cose spirituali; mi hai
risuscitata in Te, vera vita che dai vita a ogni cosa vivente.
Ma chi ti ha
crocifisso? Io.
Chi ti ha flagellato
alla colonna? Io.
Chi ti ha coronato di
spine? Io.
Chi ti ha abbeverato di
aceto e fiele? Io.
Signore mio, sai perché
ti dico che ti ho fatto tutte queste cose? Perché alla tua luce ho visto la
luce, cioè [ho capito] che molto più ti afflissero e procurarono dolori i
peccati mortali che io ho commesso, di quanto allora non ti afflissero tutti
quegli strazi fisici.
Allora, Dio mio, non è
necessario che tu mi faccia conoscere il dolore che ti dette l’ingratitudine di
tutte le creature, perché, dopo che mi hai fatto la grazia di conoscere almeno
in parte la mia ingratitudine, posso ora – sempre per la grazia che mi infondi
– riflettere su quanto ti hanno fatto tutte le creature complessivamente.
In questa riflessione
quasi vengo meno per lo stupore che suscitano, o Gesù mio, la tua immensa
carità e la pazienza verso di noi, tue creature ingratissime, poiché mai, mai
tu smetti di provvedere a tutti i nostri bisogni spirituali, materiali e
temporali.
E come non si possono
conoscere, Dio mio, le cose innumerevoli che hai compiuto per queste tue
ingrate creature in cielo, in terra, nell’acqua, nell’aria, così non riusciremo
a comprendere la nostra ingratissima ingratitudine.
Confesso allora e credo
che solo tu, Dio mio, puoi conoscere e sapere quanta e quale sia stata la
nostra ingratitudine che come freccia avvelenata ti ha trafitto il cuore tante
volte quante sono le creature che furono, sono e saranno e ogni volta che
ognuna di esse ha esercitato tale ingratitudine.
Riconosco dunque e
dichiaro per me e per tutte le creature tale verità: come non passa un istante
né ora né giorno né mese che non usiamo appieno i tuoi benefici, così non passa
un istante né un’ora né un giorno né un mese senza molte e infinite
ingratitudini.
E io credo e riconosco
che questa nostra pessima ingratitudine sia stata uno dei più crudeli dolori
della tua afflitta anima. Amen †
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