MEDITAZIONE QUARESIMALE SANTA CATERINA DA SIENA E LA SALVEZZA DEL PECCATORE OSTINATO
Nella presente meditazione in preparazione alla
Quaresima tratteremo tre casi significativi di conversione radicale di cuori
induriti nel peccato esposti dal servo di Dio Don Giuseppe Tomaselli, esorcista,
servo di Don Bosco ed erede di Padre Pio.
Il primo riguarda la conversione di un peccatore ai
tempi di Santa Caterina da Siena; mentre gli altri due verteranno sulle
esperienze di conversione di due moribondi ribelli, vissute personalmente dall’esorcista
Tomaselli.
-1-
La missione di Caterina era quella di salvare le anime e quando sentiva
che c'era qualche peccatore da convertire, non si dava pace finché non si fosse
convertito.
C'era a Siena un certo Andrea di Naddino, uomo ricchissimo; viveva senza
timore di Dio ed era infangato di peccati e di vizi. Essendo giocatore, era
divenuto un bestemmiatore ributtante contro Dio ed i Santi.
All'età di quarant'anni si ammalò in modo grave e la morte si avanzava a
gran passi. Il Parroco andò a trovarlo per metterlo in grazia di Dio ma
l'infermo non volle saperne. Il Confessore di Caterina era addolorato, andò da
lei e le ordinò per ubbidienza di non cessare di pregare finche quel peccatore
non si fosse convertito. Caterina pregò tutta la notte, sino alle cinque del
mattino, dicendo al Signore:
-
Non permettere la morte eterna a questo infelice, che è mio
concittadino, mio fratello spirituale e che Tu hai redento col tuo Sangue.
Gesù le rispose:
-
Le orribili iniquità di questo bestemmiatore sono salite al Cielo. Non
solo ha bestemmiato contro di Me e dei miei Santi, ma ha gettato nel fuoco un
quadro, dove ero dipinto Io con la mia Santissima Madre. Giustizia vuole che
anche lui bruci nel fuoco dell'inferno.
La Santa continuò:
-
Se Tu, Gesù, tratti con rigore le nostre iniquità, chi potrà scampare dall'inferno?
Tu, Gesù, hai portato sulle Tue Spalle le colpe di tutti; perciò libera questo
peccatore dal baratro dell'ostinazione. Usa misericordia e non giustizia.
Gesù gradì la preghiera e rispose:
-
Ecco, ti ho esaudita. In breve convertirò il peccatore.
Nel medesimo istante il Signore apparve al peccatore agonizzante e gli
disse:
-
Perché non vuoi confessare i tuoi peccati? Confessa tutto al mio
Ministro ed io ti perdonerò generosamente.
L'ammalato disse ai presenti:
-
Mandate subito a chiamare per me un Sacerdote; voglio confessarmi!
Il Sacerdote andò. Andrea di Naddino confessò i suoi peccati con immenso
dolore e dettò un testamento. Dopo di ciò, morì.
Questa conversione fu la meraviglia dei Sienesi.
Sono senza numero i peccatori convertiti per mezzo della Santa e sarebbe
troppo lungo elencarli.
Dice il Beato Raimondo da Capua: «Erano tanti i convertiti, uomini e
donne, che faceva piacere vedere la folla di quelli che volevano confessarsi».
(dal libro “SANTA CATERINA DA SIENA” di don Giuseppe Tomaselli)
-2-
GESÙ TRIONFA!
Un sacerdote racconta:
«Fui avvisato che in una clinica della città era degente un signore,
pubblico peccatore, ostinato a rifiutare gli ultimi Sacramenti.
Le Suore addette alla clinica, mi dissero:
-
Sono stati a visitare quest'ammalato altri tre Sacerdoti, ma senza
frutto. Sappia che la clinica è piantonata dalla questura, perché tanti gli
darebbero l'assalto per il risarcimento di gravi danni.
Compresi che il caso era importante ed urgente e ch'era necessario un
miracolo della misericordia di Dio. D'ordinario, chi vive male, muore male; ma
se il Cuore Misericordioso di Gesù è pressato dalla preghiera di anime pie, il
peccatore più malvagio e ribelle si converte d'un colpo.
Dissi alle Suore:
-
Andate in Cappella a pregare; pregate con fede Gesù; nel frattempo io
parlo all'ammalato.
L'infelice era lì, solitario, adagiato sul letto, incosciente del suo
triste stato spirituale. Alle prime battute mi accorsi che il suo cuore era
troppo duro e che non intendeva confessarsi. Intanto la Divina Misericordia,
invocata dalle Suore nella Cappella, trionfò appieno:
-
Padre, ora può ascoltare la mia Confessione!
Ringraziai Dio; l'ascoltai e gli diedi l'assoluzione. Io ero commosso;
sentii il bisogno di dirgli:
-
Ho assistito centinaia e centinaia d'infermi; mai ne ho baciato uno. Mi
permetta che io baci lei, come espressione del bacio divino che le ha dato or
ora Gesù perdonando i suoi peccati! ...
-
Faccia liberamente!
Poche volte in vita mia ho avuto gioia sì grande, come in quel momento,
in cui imprimevo quel bacio, riflesso del bacio di Gesù Misericordioso.
Quel Sacerdote, autore di queste pagine, segui l'infermo nel corso della
malattia. Tredici giorni di vita gli rimasero e li trascorse nella massima serenità
di spirito, beandosi di quella pace che viene solo da Dio.
(da: MESE AL SACRO CUORE di don Giuseppe Tomaselli)
-3-
NELL'ULTIMA ORA
L'autore (don Giuseppe Tomaselli) di queste pagine riporta uno dei tanti
episodi della sua vita sacerdotale.
Nel 1929 ero a Trapani. Mi pervenne un biglietto con l'indirizzo di un
ammalato grave, del tutto incredulo. Mi affrettai ad andare.
Nell'anticamera dell'infermo stava una donna, che vedendomi disse:
-
Reverendo, lei non si azzardi ad entrare; sarà trattato male; vedrà che
sarà cacciato.
Entrai lo stesso. L'infermo mi diede una occhiata di sorpresa e di
rabbia:
-
Chi l'ha invitato a venire? Vada via!
Poco per volta lo calmai, ma non del tutto. Venni a sapere che già aveva
oltrepassati i settant'anni e che mai si era confessato e comunicato.
Gli parlai di Dio, della sua misericordia, del Paradiso e dell'inferno;
ma egli rispose:
-
E lei crede a queste corbellerie?... Domani sarò morto e tutto sarà
finito per sempre... Ora è tempo di smetterla. Vada via!
Per tutta risposta mi sedetti presso il capezzale. L'infermo mi voltò le
spalle. Continuai a dirgli:
-
Forse lei è stanco e per il momento non ha voglia di ascoltarmi,
ritornerò un'altra volta.
-
Non si permetta più di venire!
Non potei fare altro. Prima di allontanarmi gli soggiunsi:
-
Me ne vado. Lei però sappia che si convertirà e morrà con i Santi
Sacramenti. Pregherò e farò pregare.
Era il mese del Sacro Cuore ed ogni giorno predicavo al popolo. Esortai
tutti a pregare il Cuore di Gesù per il peccatore ostinato, concludendo:
-
Da questo pulpito un giorno annunzierò la sua conversione.
Invitai un altro Sacerdote a tentare una visita all'infermo; ma a questi
non fu permesso di entrare. Intanto Gesù lavorava in quel cuore di pietra.
Erano trascorsi sette giorni. L'ammalato si avvicinava alla fine;
aprendo gli occhi alla luce della fede, mandò una persona a chiamarmi
d'urgenza.
Quale non fu la mia meraviglia e la gioia di vederlo cambiato! Quanta
fede, quanto pentimento! Ricevette i Sacramenti con edificazione dei presenti.
Mentre baciava con le lacrime agli occhi il Crocifisso, esclamava:
-
Gesù mio, misericordia! ... Signore, perdonatemi! ...
Era presente un deputato al Parlamento, che conosceva la vita del
peccatore, ed esclamò:
-
Pare impossibile che un tale uomo faccia una morte così religiosa!
Poco dopo il convertito moriva. Il Sacro Cuore di Gesù lo salvò
nell'ultima ora.
(da: MESE AL SACRO CUORE di don Giuseppe Tomaselli)
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