Casi di sacerdoti martirizzati per aver mantenuto il segreto della confessione
Il sacerdote italiano, esorcista salesiano, servo di Padre Pio ed erede di Don Bosco, morto in concetto di santità nel secolo scorso, Don Giuseppe Tomaselli, in uno dei suoi preziosi e innumerevoli libretti, intitolato: “La Confessione”, riporta alcuni casi di sacerdoti che sono stati coinvolti in situazioni talmente estreme e delicate, da preferire il martirio, piuttosto che violare il sigillo del sacramento della riconciliazione. In questa sede ne citiamo solo tre esempi molto significativi che aiuteranno a comprendere l’importanza fondamentale del ruolo arduo del confessore, non solo nei consigli spirituali e nelle penitenze che egli rivolge e attribuisce ai fedeli che si accostano a questo straordinario sacramento, ma specialmente nel segreto che sono rigorosamente tenuti a rispettare, sotto pena di peccato mortale, delle rivelazioni che i penitenti fanno nel confessionale. ESEMPIO 1 - Condannato all’ergastolo. Nel 1875 il Sacerdote Kobylawies, curato di Oratoè pr