ACCETTO LA MORTE COME UN SACRIFICIO ESPIATORIO PER I MIEI DELITTI. Bellissima testimonianza!


Il 21 Aprile 1937, epoca in cui si combatteva nella Spagna tra comunisti e nazionalisti, l'Osservatore Romano pubblicò quanto segue:

Dopo molta resistenza, i nazionalisti avevano occupato un villaggio. In una casa, quasi interamente distrutta, fu trovato un soldato della milizia rossa, ferito gravemente al petto da una scheggia di granata. Davanti ad un uomo prossimo a morire, quantunque sia stato pessimo il suo passato, cessa ogni animosità e subentra l'umanità e la carità cristiana.
Constatata la gravità del caso, al ferito fu chiesto cosa avesse di bisogno e cosa desiderasse.
Desidero un Sacerdote; voglio morire con il conforto dei Sacramenti. Un Sacerdote andò al suo capezzale. Il soldato, prima di confessarsi, alla presenza di parecchie persone, disse con accento penoso: Io ho odiato Gesù e la sua Religione. Con queste mani io ho ucciso trentadue Sacerdoti. Non potrei precisare il numero degli altri cittadini uccisi. Tutti hanno affrontato la morte con coraggio e sono caduti gridando: Viva Cristo Re!
Il Sacerdote ascoltò in silenzio, ma con una commozione crescente; poi disse: Non affliggerti più! A nome di tutti ti perdono io. Sei proprio tu che hai ucciso mio padre e due miei fratelli; con tutto ciò, io ti assisto, ti amministro i Sacramenti e ti prometto che pregherò sempre per te.
Il comunista era già convertito; potè confessarsi e comunicarsi. Prima di morire disse: Accetto la morte come un sacrificio espiatorio per i miei delitti. Viva Cristo Re! 
Furono queste le ultime parole dell'assassino pentito. È da ammirare una conversione così strepitosa e l'eroismo del Sacerdote, che seppe trattare con tanta carità l'uccisore di suo padre e dei suoi fratelli.

Dal libro: Gesù mio chi sei tu chi sono io. Don Giuseppe Tomaselli

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