L'ignoranza è la fonte di svariati tipi di peccati

 



L'ignoranza è causa di peccato in diversi modiL'ignoranza può essere 

causa di peccato; è riconducibile al genere della causa motrice. I motori muovono

per sé o accidentalmente. Vero motore è il generante, che dà ai corpi la forma, in

ragione della quale si muovono. Motore accidentale è chi toglie ciò che impedisce il

movimento, per es. chi, rimuovendo una colonna, fa cadere giù la pietra, che vi

stava sopra. La conoscenza della morale ci guida verso il bene e c'impedisce di fare

il male e l'ignoranza della morale causa il peccato come ciò che rimuove

l'impedimento. La scienza morale è universale e particolare. Con la scienza

universale si sa se un atto è buono o cattivo. L'ignoranza di questa scienza

impedisce di distinguere tra atto buono e cattivo. Se l'ignoranza è colpevole, è causa

come ciò che rimuove l'impedimento. La scienza particolare fa conoscere le

circostanze dell'atto e impedisce di commettere un determinato atto. Per es., se

l'arciere è convinto che dietro un cespuglio c'è un cervo e invece c'è un uomo,

commette certo un omicidio, scagliando la freccia. In questo caso, se ['ignoranza è

invincibile, è causa di peccato come ciò che toglie l'impedimento. Se vuole uccidere

un uomo, ma non sa che l'uomo che sta dietro il cespuglio è suo padre, commette in

ogni caso un omicidio, scagliando la freccia, benché questa ignoranza lo scusi dal

parricidio. Dunque, l'ignoranza è causa di peccato in modi diversi.

 

L'ignoranza indebita è peccato. C'è una differenza tra il non sapere,

l'ignorare e l'errare. Il non sapere è semplice negazione della scienza. L'ignoranza è

privazione della scienza o di qualcosa che è scienza, come la credenza in falsi

princìpi. L'errore è ritenere vero il falso. L'errore aggiunge un atto all'ignoranza: si

può essere ignoranti senza commettere errori; ma quando s'esprimono giudizi su

cose non conosciute, si erra. 

L'errore ha natura di peccato, perché il peccato consiste nell'atto

Il non sapere non ha natura di colpa né di pena. L'ignoranza ha natura di

colpa quando s'ignora ciò che si deve conoscere. Tra le cose da conoscere sono

incluse quelle con cui si dirigono bene i propri atti, come le cose che riguardano la

fede, i comandamenti e quelle riguardanti il proprio ufficio. L'ignoranza, in se

stessa, ha natura di pena, essendo privazione di perfezione nel soggetto; in rapporto

alla sua causa, ha natura di colpa, perché è dovuta alla mancanza d'applicazione

della mente; come tale è peccato d'omissione; considerata dal punto di vista di ciò

che ad essa consegue, può essere peccato. L'ignoranza può aver attinenza con il

peccato originale, in cui c'è un elemento formale (la perdita della giustizia originale)

ed uno materiale (la perdita della conoscenza della verità, cioè l'ignoranza, e il

fomite del peccato, cioè la perdita della rettitudine dell'appetito irascibile e

concupiscibile).

 

Solo l'ignoranza invincibile scusa dal peccato. L'ignoranza scusa dal

peccato nella misura in cui sopprime in tutto o in parte la volontarietà. L'ignoranza

sopprime la volontarietà solo degli atti ad essa conseguenti. 

Il rapporto tra ignoranza e volontarietà è analogo a quello tra intelletto e volontà. 

Poiché l'atto dell'intelletto precede quello della volontà, 

quando l'ignoranza sopprime la conoscenza, sopprime

anche l'atto della volontà. Se nell'atto dell'intelletto c'è qualcosa d'ignorato e di

conosciuto, anche nell'atto della volontà ci sarà qualcosa di volontario e

d'involontario. L'ignoranza causa sempre il non volontario (in cui non c'è l'atto di

volontà), ma non sempre causa l'involontario (in cui la volontà è contraria all'atto).

All'involontario segue la tristezza, che non sempre segue al non volontario. Quando

l'atto della volontà precede quello dell'intelletto, l'ignoranza è volontaria. Ciò può

accadere in tre modi. Primo: è il caso di chi vuole ignorare la salvezza, per non

esser distolto dal peccato. Secondo: è il caso di chi, per negligenza, trascura

d'informarsi; la negligenza è colpa se non ci s'informa su ciò che si deve sapere.

L'ignoranza per negligenza è volontaria. Terzo: è il caso di chi vuole direttamente o

indirettamente ignorare. 

Direttamente: è il caso dell'ubriaco che beve per privarsi dell'uso della ragione. 

Indirettamente: è il caso di chi non frena in tempo le passioni.

Quando uno vuole direttamente ignorare, l'ignoranza aggrava il peccato. Quando

uno vuole ignorare indirettamente, l'atto ha minore volontarietà 

e l'ignoranza scusa solo in parte. L'ignoranza invincibile rende involontario l'atto.


Fonte: Questio Disputata de Malo, di San Tommaso d’Aquino, artt. 6-7-8.

 

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