Come vivere degnamente e dignitosamente la Santa Comunione secondo il Beato Fulton John Sheen. Molto edificante!
La Madonna sa che cosa voglia dire stare
senza Gesù, poiché Ella lo smarrì per 3 giorni. Vuole che torniate a Gesù che
vi aspetta nel Suo Tabernacolo, perché Egli sospira di ridarvi il bacio che
v'aveva dato nel giorno della vostra prima Comunione... Voi avete un gioiello
che Dio non ha nell' immensità dei suoi tesori, e che voi soli Gli potete
offrire per farLo felice con voi: i vostri peccati.
Sacerdoti! Che ne è del popolo di Dio?
Insegniamo ai fedeli che non devono solo
limitarsi a "ricevere" la Comunione, ma che devono anche offrire se
stessi? Essi non possono ricevere la Vita Divina, senza compiere alcun
sacrificio.
Alla Mensa Eucaristica noi dobbiamo
portare uno spirito di sacrificio: dobbiamo portare la mortificazione della
parte più indegna di noi, le croci pazientemente sopportate, la crocifissione
del nostro egoismo, la morte delle nostre concupiscenze, dei nostri peccati, e
perfino la difficoltà con cui ci avviciniamo alla Comunione.
Allora la Comunione diventa quale si è
sempre intesa che fosse, cioè uno scambio tra Cristo e l'anima, nel quale noi
diamo la Sua Morte raffigurata nelle nostre vite, ed Egli dà la Sua Vita
raffigurata nel nostro stato di figli adottivi.
Se durante tutta la nostra vita ci
limitassimo ad andare a Messa a fare il Sacramento della Comunione per ricevere
la Vita Divina e portarcela via senza dare nulla in cambio, saremmo i parassiti
del Corpo Mistico di Cristo.
Ogni volta che ci avviciniamo alla
balaustra, diciamo che "riceviamo" la Comunione, e ciò appunto è
tutto quanto fanno molti di noi: si limitano a "ricevere la
Comunione".
La Comunione non è soltanto
un'incorporazione alla Vita di Cristo: è anche un'incorporazione alla Sua
Morte. La Comunione, pertanto, non implica solo una "ricezione" ma
anche una donazione. Non si può ascendere a una Vita Superiore se prima non si
sia morti ad una vita inferiore...
Quando ricevo la Santa Comunione io
ricevo Cristo. Cristo discende in me per vivificarmi con la Sua Vita e per
trasformare le mie attività in maniera che io amo ciò che Lui ama, odio ciò che
Lui odia, desidero ciò che Lui desidera. I Suoi interessi, i Suoi affetti e i
Suoi desideri divengono i miei. In tal senso, posso esclamare con San Paolo:
“Non sono più io che vivo ma è Cristo che vive in me”. Nel profondo della mia
anima, è avvenuto un meraviglioso mutamento: mi son dato a Cristo, “Cristo vive
in me!”.
Se ogni mattina noi portassimo le nostre
piccole croci alla Santa Messa e le piantassimo a fianco della Grande Croce di
Gesù sul Calvario, e al momento della Consacrazione dicessimo con Lui: “Questo
è il Mio corpo, questo è il Mio sangue” noi scorderemmo i nostri mali
nell’estasi del nostro Amore per Gesù Crocifisso.
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