Meditazione sulle pene dei DANNATI


Riporta il sacerdote salesiano Don Giuseppe Tomaselli nel suo libro “I morti risorgeranno”, a proposito dei dannati e delle loro pene atroci ed eterne da essi patite: 

«Saranno trascorse decine di anni e di secoli dacché le anime sono piombate nell'inferno. Per esse il dolore e la disperazione sono immutabili. Caduta in quell'abisso infernale, l'anima è costretta a stare in mezzo al fuoco inestinguibile, il quale brucia e non consuma. Oltre al fuoco l'anima soffre altre orribili pene, poiché l'inferno è chiamato da Gesù Cristo: Il luogo dei tormenti. Sono le urla disperate dei dannati, sono le scene terrificanti, che senza alcuna tregua o diminuzione rendono l'anima straziata! Più che tutto è la maledizione che sente risuonarsi continuamente: Anima perduta, sei stata creata per godere Iddio ed invece devi odiarlo e soffrire eternamente!... Quanto tempo durerà questo tormento? - dice l'anima disperata. - Sempre! - rispondono i demoni. - In preda allo strazio la misera rientra in se stessa e sente il rimorso di essersi dannata volontariamente. - Sono qui per colpa mia... per i peccati che io ho fatto!... E dire che avrei potuto essere felice per sempre! Mentre i dannati nell'inferno così soffrono, ecco echeggiare il suono delle trombe angeliche: E' l'ora del Giudizio Universale! ...Tutti davanti al Giudice Supremo! Le anime subito dovranno uscire dall'inferno; però le loro pene non avranno sosta, anzi il tormento sarà maggiore, pensando a ciò che le attenderà. Ecco l'incontro dell'anima dannata col corpo, il quale sbucherà dal sepolcro in forma orribile, mandando un fetore inaudito. - Corpo miserabile, dirà l'anima, carne putrida, osi ancora stare con me?... Per colpa tua mi sono dannata!... Tu in vita mi trascinavi nel fango dei vizi!... Sono parecchi secoli che tra le fiamme ed i rimorsi incessanti sconto quei piaceri che tu, o corpo ribelle, mi chiedesti! Ed ora dovrò riunirmi a te?... Ma, sia pure! Così, o corpo dissoluto, verrai anche tu a spasimare nel fuoco eterno!... Così pagheranno il male fatto e le impurità commesse queste due mani invereconde, questa lingua scandalosa e questi occhi impuri!... Sciagurato compagno... pochi istanti di godimento sulla terra... un'eternità di pene e di disperazione! Il corpo sentirà orrore di unirsi all'anima, la quale sarà orribile come il demonio... ma la forza maggiore li riunirà».

S. Ignazio di Loyola, nel suo prezioso libretto "Gli esercizi spiri­tuali" nel quinto esercizio scrive: «Chiedere sentimento interio­re della pena che soffrono i dannati, perché se per le mie colpe, mi dimen­ticassi dell'amore dell'eterno Signo­re, almeno il timore delle pene mi aiuti a non cadere in peccato». 

IL FETORE DI UN DANNATO BASTEREBBE A PORTARE UNA PESTILENZA UNIVERSALE IN TUTTO IL MONDO

«S. Tommaso è del parere che nel giorno del giudizio coleranno laggiù, sulla testa dei miseri dannati tutte le immondezze di questa terra, ma se anche ciò non fosse, dice la S. Scrittura che dal corpo stesso di quegli infelici esalerà un fetore insopportabile. Se un corpo solo di un dannato, messo all'aria aperta, secondo S. Bonaventura, basterebbe col suo fetore a portare una pestilenza universale in tutto il mondo, che tormento daranno all'odorato migliaia e migliaia di tanti corpi? Odorate, voi così delicate, che non potete sopportare un piccolo fetore nell'assistere un infermo, odorate quella profonda sepoltura infernale sempre chiusa e non già con un solo corpo putrefatto ma con milioni, con il fetore di tutti i peccati del mondo: là andranno a finire le nostre delicatezze, le nostre vanità, se in tempo non ci ravvediamo!»

(don Agostino Roscelli)

 

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