IL PURGATORIO descritto dalla mistica stigmatizzata tedesca Mechthild Thaller
“Verso
sera il mio angelo mi ha condotta attraverso una parte del Purgatorio. E’
terribile! Tutto il dolore terreno non è niente in confronto! L’incendio più
grave non è niente rispetto a quelle braci che bruciano pur senza fiamma! Sono
arrivata nell’angolo estremo e ho visto una parente che già da lungo tempo (è
nata nel mio stesso anno) pensavo beata. Appartiene alle anime che devono
soffrire più a lungo, che non ricevono che una goccia di tutte le messe
celebrate per loro, che secondo la volontà di Dio non godranno dei frutti delle
preghiere offerte e che non accettano alcuna consolazione perché sanno che per
la giustizia di Dio devono subire le più terribili sofferenze. E’ una parte del
Purgatorio dove anche gli angeli possono mettere piede solo durante i periodi
santi dell’anno ecclesiastico, quando hanno il permesso di consolare i loro
protetti di un tempo; un luogo di indicibili sospiri dolenti, di lacrime
incandescenti, un luogo che dovrei definire inferno se non ci fosse la
speranza, cioè la sicurezza che ogni caso si soffrirà solo fino al Giudizio
Universale. Oh, povere anime!
Volevo
tendere le mani ad una povera anima, volevo stringerla e consolarla, ma il mio
angelo mi ha bloccato le mani dicendo: “Non toccarla! Bruceresti e ti
ridurresti in polvere; nonostante la tua forza e fermezza, il tuo corpo non
potrebbe reggere a questo fuoco!”.
Quel
luogo, poi, era completamente buio e non avrei visto niente, se la gloria del
mio angelo non avesse emanato una forte luce … Le povere anime immerse in
questo terribile buio sono comunque beate, perché la maggior parte degli uomini
che si rende colpevole di quel peccato viene condannata; il loro peccato è
grande come quello di Lucifero.
Il
Giudizio avviene nell’ultimo istante della fragile vita umana. Nell’ultima ora
e con la grazia di Dio, il morente può compiere un perfetto atto d’amore, che
gli fa percorrere il Purgatorio come un volo.
Una
volta ho visto un’anima nel Purgatorio e pensavo che avrebbe dovuto soffrire
per moltissimo tempo perché, quando era ancora nel suo corpo terreno, aveva
offeso Dio ogni ora molto gravemente con bestemmie, imprecazioni e ira. Quando
chiesi quanto sarebbe durata la sua pena, il mio angelo mi ha detto sorridendo:
“Quell’anima raggiungerà la gioia eterna in quest’ora stessa”. Allora mi sono
meravigliata, perché quell’anima era nell’eternità solo da ieri, ma lui mi ha
spiegato che l’uomo era riuscito, nel momento del giudizio, a riscoprire un
amore ardente per Dio e un pentimento amaro; lui che amava molto la vita e che
la godeva pienamente non vedeva l’ora di morire, perché finalmente non avrebbe
più potuto offendere il suo Redentore nell’aldilà. Alla domanda se avesse
cominciato su un gradino inferiore di beatitudine, il mio angelo mi ha
risposto: “No, avrà un trono nel coro dei Serafini”. Non aveva mai negato
l’elemosina che gli chiedevano i poveri. Beati siano i misericordiosi, perché
otterranno misericordia!”… Alla vigilia della festa del dolcissimo nome di Gesù
innumerevoli anime entreranno in cielo. Anche il fratello di Deus Dedit sarà
fra loro.
Il
suo angelo custode me l’ha annunciato; lui ha già preparato la palma che darà
in mano al suo protetto quando lo porterà davanti al trono di Dio … All’improvviso,
oggi, ho avuto l’idea di sacrificare alla giustizia divina l’angoscia che Gesù
ha patito in favore delle povere anime nel Purgatorio. Ho messo
quest’intuizione immediatamente in atto e ho chiesto ai nove cori degli angeli
di assistermi nella preghiera.
La
preghiera è diventata ardente e insistente e ho pregato come non avevo mai
fatto prima – non sentivo più il terreno sotto le ginocchia piegate e i dolori
del corpo non mi pesavano più. Stavo per smettere quando il mio angelo mi ha
detto: “Continua a pregare! Continua a pregare finché la povera anima alla
quale Dio ha destinato la tua preghiera sarà libera!”.
Allora
mi sono commossa nel profondo dell’anima e non ho trovato nessun’altra
preghiera da dire se non: “Oh, Gesù! Misericordia! Devi essere misericordioso,
perché sei morto per noi poveri uomini!”. Ho ripetuto questa preghiera con
sempre maggior insistenza, e con molte lacrime, perché nelle orecchie sentivo
risuonare il lamento delle povere anime. Poi giunse una grande quiete e per un
breve momento, forse neanche un minuto, ho chiuso gli occhi dalla stanchezza.
Subito
però il mio angelo mi ha detto: “Apri gli occhi ed esalta la misericordia di
Dio!”. E ho visto un bel fanciullo davanti a me, di grazia celeste, che mi ha
detto: “La tua compassione, le tue preghiere e le tue lacrime mi hanno aperto
la porta del cielo. Ora vado al cospetto di Dio, ma prima volevo ringraziarti e
dirti che ripagherò mille volte la tua preghiera. Sono stato nel Purgatorio per
ventun’anni, dimenticato dai parenti e dagli amici … Nell’ora della tua morte
verrò ad assisterti”. Stasera il mio angelo mi ha chiesto se volevo entrare in
contatto con le povere anime e ho risposto che avrei dovuto prima chiedere il
permesso alle mie guide spirituali. Allora mi ha detto: “Va bene, ma fallo
presto, perché il giorno della Candelora, al mattino presto, verrò a chiedere
la tua risposta. La tua guida ha nove giorni per riflettere, ma anche tu,
pensaci bene. Una tale missione significa rinunciare ad ogni altra gioia che la
preghiera! Ti aspettano continue sofferenze del corpo! Non potrai lamentarti
dei tuoi dolori, ma dovrai sopportarli volonterosa e devota, come le anime nel
Purgatorio. Penserai di dover morire di sete e l’unico tuo ristoro sarà il
pensiero che con le tue sofferenze porterai sollievo alle anime sofferenti. La
tua croce sarà ancora cento volte più pesante di adesso…! Pensaci bene, poi
scegli”. Il mio confessore era d’accordo e “Ancilla” ha accettato …
Stasera
alle cinque ero seduta alla finestra davanti all’immagine del Sacro Cuore di
Gesù e dicevo una preghiera per le povere anime quando all’improvviso ho visto
il mio angelo accanto a me, che mi ha detto molto energicamente: “Stai attenta
e non spaventarti!”. In quel momento ho sentito un debole bussare alla porta e
molto ansiosamente ho detto: “Avanti”, ed è entrato il defunto tesoriere.
Sembrava molto addolorato e mi si è avvicinato alla finestra. Era molto debole
e stanco e con voce spenta ha detto: “Finalmente posso venire da Lei! Sono
contentissimo! Tutti mi hanno dimenticato, tranne Lei. Per favore, dica a padre
F. in nome di Dio di non dimenticarmi del tutto. Ogni giorno aspetto la sua
preghiera. Io prego molto per lui, ma lui comincia a dimenticarmi. Ma ora starò
meglio, perché finalmente mi è stato concesso di venire personalmente da Lei”.
Io gli ho chiesto se avrebbe dovuto soffrire ancora per molto tempo, visto il
grande numero di sante messe celebrate per lui. Allora mi ha risposto con molte
lacrime amare: “Di tutte queste messe ne ho ricevuta una sola; perché a B.
celebravo a ore troppo irregolari e molte persone non potevano assistere alla
santa messa perché non ne conoscevano l’orario. E quindi la giustizia divina mi
ha tolto tutte queste messe finché la mancanza involontaria di queste messe
sarà compensata”. Alla domanda come potevo aiutarlo lui mi ha risposto: “Con la
pazienza e la preghiera!”. Allora gli ho promesso di soffrire e pregare
instancabilmente per lui stanotte fino alla sua liberazione. E gli ho chiesto
se tutte le lacrime che stava piangendo gli davano sollievo.
Mi ha
risposto: “Oh, si, perché queste lacrime purificano la mia anima, ma fanno
tanto male!”… Poi ho salutato la povera anima. In seguito ho vissuto un momento
molto bello e commovente, quando il mio angelo ha accompagnato con misericordia
quest’anima alla porta; all’improvviso l’anima è svanita ed io e il mio angelo
abbiamo pregato con fervore... Quando il buon tesoriere K. È stato ammesso al
Paradiso ho visto una donna alta e molto bella che apriva una capsula di colore
avorio sopra la sua testa.
Una brezza meravigliosa si è
sparsa come una fine pioggia sopra di lui, con un profumo indescrivibile.
Il beato splendeva in volto e
teneva aperte le braccia traboccante di felicità.
La bellissima donna si è
inginocchiata davanti a lui e gli ha legato delle scarpe dorate ai piedi. Le ho
chiesto: “Chi sei tu?”. E lei mi ha risposto: “Sono la misericordia. Lui ha
sempre seguito le mie tracce e per queste gli ho dato l’unzione con l’olio
della gioia e lo guiderò sul cammino della beatitudine. E’ stato misericordioso
durante la sua vita terrena: vedi, io, la divina misericordia, lo aspettavo a
metà strada sulla porta del Paradiso”.
Poi è arrivato l’arcangelo
della pazienza che conoscevo già. Il solito aspetto serio e quasi sofferente si
è trasformato in grande gioia quando ha dato la palma della benedizione al
sofferente.
Anche la Vergine è arrivata in
splendore e maestà per dargli il rametto di giglio. Come già una volta prima,
ho sentito l’Alleluia meraviglioso delle schiere celesti e ho visto il Beato
librarsi nella luce eterna. Sono rimasta sola e piena di beatitudine.
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